5 GENNAIO 2021

IL 5 GENNAIO 2021, in piena pandemia e con un ferreo lockdown, il governo italiano pubblica il documento (nascosto in un cassetto per più di 10 anni), in cui sono elencate le 67 aree idonee per la costruzione di un deposito di scorie, ed avvia la procedura per la localizzazione.  
Fra gli enti locali oggetto della consultazione appaiono 22 comuni rurali della Sardegna, uno fra questi è NURRI, il paese in cui sono nata ed in cui ho organizzato negli ultimi anni alcune residenze d’artista.
 
Il sito internet del DEPOSITO NAZIONALE è attrattivo, ha un layout verde, invitante.
Usa parole chiavi affabili, dipingendo la costruzione di un deposito di scorie quasi come un nuovo ed innovativo progetto “eco-sostenibile”. Si parla di un “PARCO TECNOLOGICO” che creerà “tanti posti di lavoro”.
Anche in Sardegna c’è chi ritiene lo “sviluppo tecnologico di questo tipo” importante per creare una apparente ricchezza momentanea, ma non si pensa ai rischi, ed al futuro delle nuove generazioni, che dovranno poi farsi carico di decisioni scellerate prese spesso dall’alto.
 
In che modo ostacolare questa visione?
Immaginando un altro futuro possibile, attraverso una nuova forma di sviluppo che si contrapponga al puro interesse economico, incentrato solamente al profitto ed allo sfruttamento del territorio.
 
Mi metto al lavoro.
Creo un documento con una serie di punti chiave.
 
Gennaio 2021